Arrigo Saki ha parlato a Belgrado della sua filosofia di allenatore di calcio

Il leggendario esperto di calcio Arigo Saki è stato l’ospite speciale della conferenza stampa a Belgrado, in occasione dell’ottavo campo per bambini “Il calcio italiano in Serbia” e dell’organizzazione di una mostra sulla storia del calcio internazionale, con molti oggetti personali della fine della serie Grandissimi Siniša Mihajlović e Paolo Rossi.

Questa è stata l’occasione per il vincitore di due Europei e Mondiali per club con il Milan di condividere con il pubblico parte della sua visione del calcio e di dare gli ingredienti base della “ricetta” per il successo nel mestiere che lo ha reso famoso.

Non preferivo i calciatori che vengono e si dicono “posso fare tutto”. Ho preferito scegliere giocatori di squadra, dediti alla squadra in ogni momento, ragazzi con un carattere forte e una buona energia. Un tale profilo di persone, il loro forte legame e la loro felicità portano al successo nel calcio“dice Saki, 77 anni, anche se il calcio moderno ha portato alcuni cambiamenti nella direzione sbagliata.

Vincitore del secondo posto con la Nazionale italiana ai Mondiali del 1994, ha parlato del suo brillante periodo sulla panchina milanese come della simbiosi di uno staff di gioco di qualità e sapientemente composto con una dirigenza ambiziosa.

Avevo alle spalle una grande società, con il presidente Silvio Berlusconi, a cui piacevano i giocatori con una mentalità vincente. Avevamo una visione chiara, sapevamo dove volevamo andare e come farlo“.

Sebbene desiderasse risultati migliori, poiché determinano il destino di ogni allenatore, Saki si è sforzato di rendere il calcio delle sue squadre attraente per il pubblico. Soprattutto alla guida della squadra dell’Appennino settentrionale, con la quale ha vinto anche un trofeo di Serie A.

Quando, dopo tanti anni, il Milan del 1989 fu invitato a una festa del calcio in Italia, migliaia di persone si misero in fila già alle sette del mattino per vederli e salutarli dal vivo. Significa che si ricordano di noi in modo positivo. Una cosa è vincere, ma un’altra è vincere e divertire il pubblico allo stesso tempo. Ho sempre preferito quest’altro tipo di calcioha ammesso Sacchi, noto anche per la sua attenzione al calcio offensivo in un momento in cui i club italiani stavano ‘soffocando’ in difesa.


Alberto Gabriele

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