Tra l’altro, il decreto prevede che le navi delle organizzazioni di soccorso debbano immediatamente dirigersi verso un porto assegnato dopo un primo soccorso, senza poter soccorrere altre imbarcazioni in difficoltà. Normalmente, le navi eseguono più salvataggi di persone su piccole imbarcazioni per missione.
“Costringere le navi ad entrare in porto viola il dovere di soccorrere se ci sono altri in pericolo. Ci opporremo anche a questo tentativo di criminalizzare il soccorso civile in mare e privare i rifugiati dei loro diritti”.
Ancora e ancora, le navi di soccorso in mare vengono controllate e fermate nei porti italiani. Sea-Watch ha ora ottenuto un successo parziale presso la Corte di giustizia europea.
01.08.2022 | 02:47 minuti
Secondo l’Ong Sea-Eye di Ratisbona, il decreto è illegale – “poiché regola il comportamento delle navi battenti bandiera tedesca in acque internazionali e sanziona l’ingresso nel mare territoriale italiano”, ha affermato Valentin Schatz di Sea-Eye. Lo Stato non ha il potere di regolamentare e imporre il salvataggio in mare di navi straniere oltre il suo mare territoriale (12 miglia nautiche).
Critiche anche a Medici Senza Frontiere. “Saremo costretti a lasciare la zona di soccorso nel Mediterraneo senza protezione, il che porterà ad un aumento del bilancio delle vittime”, ha detto al quotidiano La Stampa Marco Bertotto, capo dell’Ong Italia.
Il governo italiano giustifica la sua azione contro le organizzazioni affermando che incoraggerebbero l’immigrazione clandestina e aiuterebbero i contrabbandieri nel Mediterraneo. Le ONG si rifiutano di farlo.
Il governo italiano è severo sui soccorsi civili in mare: