La crescita dei prezzi in Italia ha accelerato ad aprile, salendo all’8,2% in un anno dal 7,6% di marzo, secondo i dati finali diffusi martedì dall’Istituto nazionale di statistica (Istat). Tuttavia, l’inflazione, che è aumentata a causa di un’ulteriore accelerazione dei prezzi dell’energia, è stata leggermente rivista al ribasso dall’istituto rispetto a una precedente stima dell’8,3%. In un mese i prezzi al consumo in Italia sono aumentati dello 0,4%.
Tale aumento dell’inflazione, dopo alcuni mesi di decelerazione, è dovuto principalmente all’aumento del prezzo dei beni energetici non regolamentati (da +18,9% a +26,6%) e in misura minore all’aumento del prezzo dei servizi culturali e personali igiene (dal +6,3% ) attribuibile % al +6,9%). Tale aumento è stato solo in parte compensato dal calo più marcato dei prezzi regolamentati dei prodotti energetici (da -20,3% a -26,7%). Alimentari trasformati (da +15,3% a +14%), alimentari non trasformati (da +9,1% a +8,4%) e servizi legati ai trasporti (da +6,3% a +6%) rallentano l’aumento dei prezzi. Il prezzo della pasta, il piatto nazionale d’Italia, è addirittura salito del 17,5% su base annua a marzo e del 16,5% ad aprile, spingendo il ministero dell’Economia a convocare giovedì scorso una riunione di emergenza con i produttori.
L’indice di inflazione calcolato secondo gli standard armonizzati dell’Unione Europea (IPCA) è superiore al tasso nazionale, raggiungendo l’8,7% su base annua ad aprile, rispetto all’8,1% di marzo. L’inflazione in Italia è superiore a quella dell’Eurozona, anch’essa risalita ad aprile, al 7% dal 6,9% di marzo.