Fotovoltaico nelle cave: la chiave dell’indipendenza energetica dell’Italia?

L’indipendenza energetica dell’Italia passerà attraverso l’installazione di pannelli fotovoltaici nelle cave. Questa l’osservazione fatta durante il 5° e ultimo webinar prima di Samoter dal titolo “Il fotovoltaico nelle cave: aspetti normativi, opportunità di investimento e casi studio”.

Il tema è stato introdotto da Claudio Bassanetti, Presidente di Anepla, che ha delineato lo scenario: “Va accelerata la transizione energetica verso l’autosufficienza, visto quello che abbiamo visto qualche mese fa quando i prezzi del gas e dell’energia elettrica hanno colpito duramente imprese e famiglie, le cave o bacini di cava in tutta Italia sono già stati trasformati dall’attività umana e potrebbero essere nuovamente trasformati per aumentare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”.

C’è ancora un aspetto da chiarire: le procedure di approvazione, a volte troppo lunghe. Poi Cristina Martorana, avvocato e socia dello studio legale Legance, ha illustrato il quadro normativo di riferimento. Ha sottolineato che i legislatori hanno adottato misure per semplificare i processi di autorizzazione in questi settori, sebbene questi non siano sempre efficaci.

L’ingegner Ilaria d’Amico di Anie Rinnovabili ha ricordato le caratteristiche che devono avere le cave idonee. “Una cava deve essere prima sfruttata”, ha spiegato. Si parte con l’acquisizione dell’area di cava, che può avvenire tramite vendita o trasferimento di diritti fondiari. Questi sistemi, in particolare le aree di cava abbandonate, danno nuova dignità alle aree. Va detto che tali impianti non hanno alcun impatto negativo dal punto di vista ecologico, in quanto non comportano l’impermeabilizzazione del suolo”.

Le cave possono scegliere tra sistemi galleggianti convenzionali o fotovoltaici. Un focus sui sistemi galleggianti e sui loro punti di forza è stato introdotto dall’ingegnere Maarten Van Cleef di Ciel et Terre, che ha sottolineato l’enorme potenziale di questo approccio in Italia. “I sistemi galleggianti hanno diversi punti di forza”, ha spiegato. In primo luogo, non richiedono l’uso di terreni agricoli. Inoltre, sono veloci da installare e rimuovere, assicurano un minore impatto visivo rispetto a un’installazione tradizionale e i pannelli fotovoltaici sono più freschi per la presenza di acqua. D’altra parte, i costi di costruzione sono più elevati, la produttività è inferiore e sono necessari studi di ancoraggio più complessi”.

A seguire Luca Scopelliti di Anie Rinnovabili ha parlato di autoconsumo e PPA. “L’installazione di impianti di energia rinnovabile nelle cave è un’opportunità da cogliere. Ha vantaggi per il Paese, i proprietari delle cave e le aziende energivore, ha riassunto, ma è imperativo che i contratti conclusi tra tutte le parti coinvolte abbiano una solida base giuridica, strutturata attorno a regolamenti creati e condivisi da tutte le parti coinvolte”.

Il webinar si è concluso con una sessione di feedback: Francesco Molfese di Ciel et Terre ha presentato un impianto galleggiante installato in Francia, mentre Eligio Doneda di Nuova Demiet ha illustrato i due sistemi installati nella sua produzione. Infine Silvano Pinter di Hydrosolar ha presentato un impianto fotovoltaico galleggiante installato in un tratto dismesso di una cava in provincia di Pavia.

Alberto Gabriele

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