I malintesi sulla gastronomia in Italia

LETTERA DA ROMA

Alberto Grandi ricorderà la sua prima intervista con la stampa internazionale. A fine marzo, questo professore di storia dell’alimentazione dell’Università di Parma (Nord) ha raccontato il supplemento del fine settimana Financial Times Quanto la cucina italiana sia messa in mostra oggi nel mondo era solo un mito da sfatare.

La tesi di questo ricercatore, autore nel 2018 del libro Denominazione di Origine Inventata (“Denominazione di Origine Inventata”, Mondadori, non tradotta) è che l’Italia è riuscita a vendere al mondo intero un’arte di vivere che è il risultato di un marketing efficace volto a rendere desiderabili le sue tradizioni. Passando da una società contadina a una società industriale in poco meno di due decenni, ricorda Grandi, l’Italia ha dovuto creare un’identità moltiplicando le certificazioni dei suoi prodotti, creando una narrazione che suggerisce che la gastronomia italiana ha radici secolari.

Ma la realtà è più complessa. Nella sua intervista al quotidiano britannico, Alberto Grandi ha avuto l’audacia di far notare a molti italiani che certe produzioni di punta della Penisola non meritavano la loro fama. Secondo la ricercatrice, il vero parmigiano, prodotto secondo la sua tradizione originaria, non viene dalle pianure dell’Emilia-Romagna, ma dal … Wisconsin e dalla famosa Carbonara fu composta per la prima volta negli Stati Uniti nel 1953 prima di essere introdotta sulle tavole italiane.

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In un Paese dove si arriva a chiedere ai ministri di commentare sui televisori il segreto dei loro tortellini in brodo o per consegnare la loro migliore ricetta per le tagliatelle al ragù (quello che in Francia è noto come ragù alla bolognese), dire che le parole di Alberto Grandi hanno acceso un vero fuoco è dire poco. “Un attacco surreale ai piatti iconici della cucina italiana”, tuonava la Coldiretti, il primo sindacato agricolo del Paese. L’organizzazione lo vede come un tentativo di destabilizzazione in un momento in cui l’Italia attende che l’Unesco aggiunga la sua gastronomia alla sua lista di patrimonio immateriale.

Una cosa seria

I politici non sono stati lasciati fuori, Matteo Salvini al timone. Il capo della Lega (estrema destra) e vicepremier, che da anni non esita a postare sui social i suoi migliori assaggi di prodotti regionali, si è fatto beffe di questa “”Esperti” e giornali gelosi del nostro gusto e della nostra bellezza”.

Se i giudizi politicamente scorretti di Alberto Grandi non sono nuovi, trovano un’eco inaspettata in un Paese dove il governo di Giorgia Meloni ha fatto della difesa dell’identità italiana uno dei suoi cavalli di battaglia. Nell’ottobre 2022 è stato creato il Ministero dell’Economia e del Made in Italy e la gastronomia vi occupa un posto importante. A inizio marzo, il ministro delle Politiche agricole e della sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida, ha annunciato la prossima creazione di un codice di condotta per tutti i ristoranti italiani nel mondo affinché ne rispettino i principi fondamentali, a partire dalla provenienza delle materie prime. Un progetto che sembra di difficile realizzazione, ma che dimostra che il governo prende sul serio la questione.

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Alberto Gabriele

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