Le competenze linguistiche degli studenti vengono verificate? – Notizie dall’Alto Adige

Bolzano – Decreto del Presidente della Repubblica 15 luglio 1988 n.301 recante disciplinare l’applicazione della legge speciale della Regione Trentino-Alto Adige relativa all’iscrizione nelle scuole prevede che in caso di dubbia conoscenza della lingua di istruzione degli alunni , vengono effettuati appositi test linguistici. “Nei giorni scorsi in Alto Adige si è innescata una vivace discussione su questo tema ed è ora importante mettere sul tavolo fatti e dati. per l’attuale tempo delle interrogazioni”, ha affermato Helmuth Renzler, membro del parlamento del Land SVP.

Il deputato ha scritto ai consigli provinciali competenti per chiedere quanti di questi esami sono stati svolti nelle scuole tedesche, italiane e ladine negli ultimi dieci anni e quanti di questi alunni hanno superato tali esami. Se non sono stati effettuati controlli, Renzler ha voluto conoscere le ragioni di ciò dal governo statale.

“Dobbiamo stare molto attenti a non perdere i nostri diritti linguistici e culturali, ed è per questo che dobbiamo lavorare sodo per la migliore educazione possibile per i nostri figli nella loro lingua madre”, spiega Renzler nella sua richiesta.

Dichiarazione del governo statale

Nella loro risposta scritta, ora pervenuta, i consigli provinciali competenti per l’insegnamento del tedesco, dell’italiano e del ladino hanno innanzitutto affermato che negli ultimi dieci anni non sono stati effettuati esami di idoneità linguistica.

Il Consiglio di Stato tedesco per l’istruzione sottolinea inoltre nella lettera che il citato decreto del Presidente della Repubblica non prevede che il controllo linguistico venga effettuato in fase di iscrizione, ma dopo che il bambino ha già iniziato la scuola, cioè dal 20° al 25° giorno di frequenza scolastica. Se le competenze linguistiche non sono sufficienti per poter seguire le lezioni, il bambino verrebbe “trasferito” alla scuola dell’altro gruppo linguistico. Questo approccio è considerato problematico per i seguenti motivi: da un lato, il “ritiro” di un bambino dalla classe dopo che l’integrazione/scolarizzazione è già avvenuta è discutibile per ragioni pedagogiche ed emotive e non corrisponde a un atteggiamento pedagogico moderno. D’altra parte, questi test non sono efficaci per gli alunni di origine immigrata che non parlano nessuna delle lingue della scuola, poiché la scuola nella loro lingua non esiste. Un test di lingua discriminerebbe solo i bambini di lingua tedesca e italiana.

Inoltre, per l’istruzione ladina, si precisa che il citato decreto del Presidente della Repubblica non fa riferimento alle scuole ladine. Si precisa che nelle scuole ladine, ai sensi dell’articolo 19 dello Statuto di Autonomia, l’italiano e il tedesco sono considerate lingue di insegnamento equivalenti e metà dell’insegnamento è in italiano e tedesco e l’altra metà in tedesco.

“Questi commenti sono molto vaghi e privi di significato. Purtroppo questo non può bastare, perché da un lato i responsabili si nascondono dietro informazioni poco attendibili e dall’altro il problema si fa sempre più acuto. L’azione è la chiave qui. Con il decreto del Presidente della Repubblica abbiamo già in mano un obiettivo concreto e significativo. Spetta ora ai politici responsabili e al parlamento del Land trovare e decidere soluzioni che tengano conto di queste esigenze, e sempre nell’interesse di una buona educazione dei nostri figli nella loro lingua madre”, conclude Helmuth Renzler. , a membro del parlamento statale.

Da: lup

Alberto Gabriele

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