Il disavanzo pubblico italiano è aumentato dal 4,9% del prodotto interno lordo nel quarto trimestre del 2022 al 5,6% del prodotto interno lordo nello stesso periodo del 2021, sulla scia di una maggiore spesa, ha dichiarato il governo all’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) su Mercoledì.
Il disavanzo pubblico è così salito all’8% del Pil nel 2022, mentre il governo intendeva ridurlo al 5,6%, ha sottolineato l’istituto, osservando che il deficit per il 2021 è stato rivisto al 9%, contro il 7,2% di prima e quello del Il 2020 è sceso dal 9,5% al 9,7%.
Un sistema di incentivi fiscali finalizzato a rendere le case più efficienti dal punto di vista energetico aveva fatto calare il disavanzo italiano negli ultimi tre anni, rivisto significativamente al rialzo all’inizio di marzo. Roma ha dovuto anche adeguarsi alle nuove regole di Eurostat sui crediti d’imposta rilasciate a febbraio.
Questi prestiti ora devono essere contabilizzati nei bilanci pubblici quando vengono concessi, piuttosto che quando incidono effettivamente sul gettito fiscale.
Oltre a questa revisione, l’aumento del disavanzo nel quarto trimestre è dovuto ad un forte aumento delle spese nell’anno (+8%) e ad un minore incremento delle entrate (+6,8%).
Anche il disavanzo del terzo trimestre 2022 è stato rivisto significativamente al rialzo, passando al 9,2% dal 4,7% precedente.
Per il 2023, il governo prevede un disavanzo pubblico del 4,5% del PIL, in aumento rispetto all’8% del 2022.
Dati che però potrebbero essere rivisti nell’ambito della nuova roadmap di bilancio per il 2023 che il governo di Giorgia Meloni dovrebbe presentare la prossima settimana.
APS