Nicolás Andrés Caletri, detto “El Italiano”è diventato uno dei criminali più famosi della nazione a causa della sua incursione nei crimini di rapina e rapimento negli anni ’80 e ’90.
Attualmente è detenuto a Centro Federale di Riabilitazione Sociale (Cefereso) dell’Altiplanoad Almoloya de Juárez, Stato del Messico e, da lì, ha presentato ricorso amparo per revocare una delle condanne inflitte.
Con tale ricorso “El Italiano” chiede l’annullamento della condanna di 24 anni di carcere pronunciati dal 1996 per evasione di prigionieri, associazione a delinquere e rapina. A quel tempo, è stato condannato per evasione dal carcere di Santa Martha Acatitla nel 1992, oltre che per aver fatto parte di una banda criminale e per rapina ai danni della famiglia Gómez Mont.
Come riportato Processiil caso sarà analizzato mercoledì 7 febbraio davanti alla prima sezione del Tribunale, dove il Ministro Alfredo Gutiérrez Ortiz Mena Presenterà un progetto per rifiutare la protezione degli “italiani” e, invece, confermerà la sua condanna.
Ortiz Mena ha ritenuto che l’analisi per valutare la concessione di amparo a Caletri non sarebbe di alcuna utilità, poiché “non rappresenta un problema nuovo o rilevante” né soddisfa “i requisiti di materialità e trascendenza per la sua provenienza”.
Da notare che oggi Andrés Caletri sta scontando una serie di condanne che, nel complesso, aggiungere più di 300 anni di carcere. Oltre ai reati per i quali è stato condannato nel 1996, “El Italiano” sta scontando condanne per omicidio, privazione illecita della libertà e detenzione di armi ad uso esclusivo delle forze armate.
Nonostante ci siano poche informazioni sulla biografia di Andrés Caletri, diversi servizi giornalistici che hanno coperto la sua carriera criminale offrono alcuni dettagli.
Esiste una versione che “The Italian” nato nel gennaio 1956 ed è di origine zapoteca. Alcuni collocano lo stato di Guerrero come suo luogo di nascita, mentre altri rapporti suggeriscono che sia effettivamente nato nel comune di Nezahualcóyotl, nello stato del Messico.
A queste informazioni si aggiunge che tra il 1973 e il 1976 ha lavorato nel Servizi speciali della marina messicana, anche se non si conoscono le funzioni da lui ricoperte all’interno della società. Quando ha deciso di dimettersi dall’istituto, si è impossessato di diverse macchine da cucire e ha aperto un laboratorio di sartoria, oltre a una piccola attività di abbigliamento, secondo i rapporti disponibili.
Fu proprio durante la sua incursione nel mondo degli affari che vide una nuova opportunità nel crimine. In un’occasione si presume che abbia fatto affari con i mercanti dello Yucatan, che lo hanno pagato con assegni scoperti. Caletri ha cercato di trovarli per risolvere la questione, ma non è riuscito a individuarli.
Grazie al contatto di una delle sue sarte con un aggressore, “El Italiano” ha iniziato la sua carriera criminale e, a poco a poco, ha stabilito contatti che gli hanno permesso di incontrare Alfredo Ríos Galeana, “El Feio”considerato il nemico pubblico numero uno del Messico negli anni ’80.
Ríos Galeana, famoso assassino, rapitore e ladro dell’epoca, condivise le sue conoscenze criminali con “El Italiano” al punto che quest’ultimo decise di andare per la sua strada. Caletri fu arrestato per la prima volta nel 1982 e ricoverato nel carcere sud. Il suo tempo in prigione non farà che catapultare la sua carriera criminale, poiché lì incontra molti di quelli che diventeranno i suoi scagnozzi.
Riuscì a scappare dal carcere sud e nel 1987 vi fu ricoverato Santa Martha Acatitla, da dove è fuggito nel 1992 con un raccapricciante attacco coordinato su due fronti: dall’esterno e dall’interno del carcere stesso.
Dopo molteplici scontri con la legge e ulteriori fughe (nel 1995 e nel 1998), È stato catturato nel febbraio 2000 a Pinotepa Nacional, Oaxaca, e rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Altiplano.
Tra i sequestri più famosi compiuti da “El Italiano” con la sua banda c’è quello di Elio Margoli, direttore di Chrysler Messico; Manuel Beltrán Stauffer, della catena alberghiera Presidente; José Zaga Senado e suo figlio Benjamín Zaga Buzali, industriali tessili.