Medici di medicina generale e specialisti della riproduzione sono “alleati” per contrastare i crescenti problemi di fertilità che colpiscono fino al 20% delle coppie in Italia e che si riflettono inevitabilmente nel forte calo delle nascite registrato nel Paese. Il primo passo che la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg) e la Società Italiana di Riproduzione Umana (Siru) faranno insieme sarà quello di mettere a fuoco quanti più aspetti possibili che riguardano la coppia infertile e il singolo paziente. In pratica, i MMG della Fimmg sono invitati a rispondere a un questionario che, nei prossimi giorni, precoinvolgerà i componenti della Fimmg Napoli per arrivare a una sorta di ritratto composito delle coppie che si rivolgono al MMG con problemi di salute riproduttiva e Comprendere come i MMG aiutano ad indirizzare i loro pazienti verso specifici percorsi di terapia preventiva e diagnostica dedicati alla fertilità e alla riproduzione.
“Questa opportunità – afferma Luigi Sparano, Segretario Provinciale della Fimmg Napoli – consentirà ai medici di medicina generale di riferire tempestivamente sullo “stato di salute riproduttiva” della popolazione competente, favorendo la possibilità di reclutare tempestivamente percorsi diagnostici, con l’obiettivo di le migliori strategie terapeutiche da adottare. “L’iniziativa mira a promuovere la collaborazione tra i professionisti della medicina della riproduzione in tutti i suoi aspetti per la classificazione della coppia infertile, dalla prevenzione primaria al percorso diagnostico e terapeutico”, spiega Antonino Guglielmino, Presidente dell’Area Ginecologica Siru.
“Il nostro obiettivo – commenta Luigi Montano, Presidente dell’area andrologica Siru – è creare, con l’attuale governo, un modo istituzionale per strutturare e istituzionalizzare la visita andrologica e lo spermiogramma per tutti gli uomini, a partire dall’adolescenza. In un Paese come l’Italia, i cui tassi di natalità sono tra i più bassi al mondo e dove dal 2004 non si effettuano visite militari, questo ha comunque fornito un filtro importante, visti i dati sempre più preoccupanti sul numero di spermatozoi su scala globale, è più che necessario intervenire per intercettare precocemente pazienti con patologie curabili che potrebbero portare in futuro a problemi di infertilità”, conclude.