Italia: Indignazione dopo le aggressioni – Cinque minorenni molestate sessualmente dopo un rave

Molestie sessuali
Come una giornata sul Lago di Garda si è trasformata in un viaggio horror

A cura di Andrea Affaticati, Milano

Un rave nel comune di Peschiera sul Lago di Garda finisce tra aggressioni e sommosse, cinque minorenni vengono aggredite sessualmente sul treno. Come sempre, la politica italiana è indignata e torna rapidamente alla quotidianità.

Il 2 giugno non sarà sicuramente dimenticato dalle cinque ragazze, tutte tra i 16 ei 17 anni, che dopo una giornata al parco divertimenti “Gardaland” di Peschiera del Garda, hanno preso il treno per Milano. Pochi giorni dopo, una delle ragazze ha raccontato ai media: “C’era già un numero incredibile di persone sul binario e anche sul treno, tra cui molti giovani nordafricani, soprattutto marocchini. Tirato il freno di emergenza. Abbiamo paura e cerca di farci strada tra la folla. Siamo stati assaliti e picchiati, glutei, gambe, fianchi. Mi sono ammalato, ho iniziato a piangere e ho avuto un attacco di panico. eravamo bianchi, privilegiati, non dovevamo essere sul treno, e poi continuavano a bloccarci la strada”.

Alla fine, uno di loro è riuscito a inviare un messaggio a suo padre. “Ho chiamato prima la polizia di Peschiera”, ha detto poi. “Mi hanno detto che dovevo chiamare il numero di emergenza 112. L’ho fatto ma la risposta è stata che la responsabilità era della polizia ferroviaria. Ero incredibilmente arrabbiata e spaventata a morte per mia figlia. Mi aveva detto che molti giovani che la molestavano erano Così sono salito in macchina e mi sono diretto verso il Lago di Garda. Nel frattempo però uno dei passeggeri, uomo anche lui di immigrazione africana, era riuscito a farsi strada tra la folla e ad aiutare le ragazze, che sono scese alla prossima fermata di Desenzano.

Da allora la polizia sta indagando su 30 sospetti, più o meno coetanei delle ragazze molestate. Si dice che siano tutti di casa nel milanese e la maggior parte sono minorenni. A due settimane dall’accaduto non si sa più nulla, nonostante una descrizione abbastanza accurata della persona da parte delle ragazze che il giorno dopo hanno sporto denuncia.

Se si guardano le foto e soprattutto i video su TikTok che sono stati girati a Peschiera del Garda il 2 giugno, sorgono alcune domande tutt’altro che banali. Perché quel giorno tutto è andato storto nel paese sul lago di Garda.

Il 2 giugno è festa nazionale in Italia; il 2 giugno 1946 la maggioranza degli italiani votò per la repubblica. La giornata è stata scelta come data per un rave chiamato “Africa in Peschiera” e trasmesso via TikTok. Non si sa esattamente chi abbia invitato a questo incontro. Il sindaco di Peschiera del Garda, Orietta Gaiulli, ha informato le autorità di sicurezza dei piani a fine maggio, perché un incontro del genere si era già svolto lo scorso anno. Ha anche evidenziato il video di TikTok. Tuttavia, la loro richiesta di rafforzamento delle forze di sicurezza è rimasta senza risposta.

La calma prima della prossima corsa

Così, in questo giorno di giugno, centinaia di giovani, soprattutto veneti e lombardi, si sono recati alla spiaggia di Peschiera. Alla fine iniziarono disordini e combattimenti. Anche cosa l’ha innescato non è chiaro: presumibilmente un tentativo di rapina alla borsa, come si può vedere in una registrazione video. La situazione è peggiorata. Un operatore di spiaggia racconta di una giovane accoltellata e di due adolescenti colpiti alla testa con una bottiglia. Solo l’intervento della polizia in tenuta antisommossa ha portato la pace. Ma come si sarebbe capito in seguito, era una questione di calma prima del prossimo assalto.

Avec les événements de la journée à l’esprit et en regardant des vidéos de la gare de Peschiera cet après-midi-là, on ne peut s’empêcher de se demander pourquoi tant de personnes ont été autorisées à monter dans un train en premier luogo. La risposta è semplice: purtroppo non fanno eccezione i treni affollati provenienti da località balneari, sia di lago che di mare, raggiungibili in poche ore da una grande città. Nessuno sembra aver pensato all’idea che i giovani che in precedenza si erano ribellati sulla spiaggia non si limitassero a prendere un buon posto sul treno.

Salvini chiede una riduzione dell’età della responsabilità penale

Come sempre in questi casi, i fatti di Peschiera hanno spinto i politici italiani a dichiarazioni di solidarietà più o meno vane oa interessi egoistici. Debora Serracchiani, capogruppo dei Democratici alla Camera, ha dichiarato: “La violenza contro le donne va sempre condannata severamente, non importa da dove provenga l’autore, da quale paese, quale cultura, da cosa abbia agito da solo o da cui sia stato spinto. Deve essere ritenuto responsabile. Allo stesso tempo, occorre garantire che ogni ragazza e donna si senta autorizzata a denunciare tali incidenti. Per Vito Comencini, deputato della Lega nazional-populista, queste vicende dimostrano che lo Ius Soli voluto dai Democratici, che consentirebbe ai figli minorenni di genitori stranieri nati in Italia e che hanno già compiuto un ciclo scolastico, di ottenere più velocemente il prestito della nazionalità italiana non è fattibile. “Mi chiedo come alcuni politici possano ancora parlare di integrazione quando i giovani protagonisti di questi atti possono testimoniare chiaramente che stanno andando nella direzione opposta”, ha detto Comencini.

Il leghista Matteo Salvini ha fatto nuovamente riferimento alle “baby gang” straniere e ha chiesto una minore responsabilità penale per alcuni reati: “Perché i componenti di queste bande sanno che finché sono minorenni non rischiano nulla. E se lo fanno, allora solo ore sociali.”

Sono passate ormai due settimane dalla drammatica esperienza delle ragazze e si dice che almeno altre cinque ragazze abbiano vissuto la stessa cosa su questo treno. I politici hanno da tempo detto addio a questo. Il tema della violenza sulle donne è scottante. Solo dall’inizio dell’anno, più di venti donne sono state assassinate dai loro partner o mariti, l’ultimo dei quali ieri. “L’Italia detiene il record di omicidi di donne”, segnalato un portale di notizie dell’Alto Adige l’anno scorso. Per lottare contro questa violenza, è necessario soprattutto prendersi cura dei giovani, qualunque sia la loro origine, il loro colore della pelle o la loro religione.

Alberto Gabriele

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