L’Italia manterrà la linea dura contro la Russia dopo l’addio di Draghi?

Meno di una settimana prima che la Russia invada l’Ucraina, il primo ministro italiano Mario Draghi (74) sta per recarsi a Mosca. Gli americani stanno esortando i paesi europei a imporre sanzioni severe alla Russia e spedizioni di armi a Kiev, ma Draghi non ascolta. Teme che le sanzioni preventive possano mettere a repentaglio l’approvvigionamento di gas dell’Italia, ha poi spiegato in una conferenza stampa. Telefonicamente ha parlato con Putin del mantenimento delle garanzie e del possibile aumento delle forniture di gas all’Italia. A causa della sua forte dipendenza dal gas russo, le conseguenze delle sanzioni sarebbero maggiori per l’Italia che per il resto dell’Unione Europea.

Dopo l’invasione russa, Draghi sorprende gli italiani con un drastico cambio di rotta che cambierà per sempre i rapporti tra Mosca e Roma. Da fedele alleato del Cremlino nell’Unione Europea, l’Italia si trasforma in poche settimane in uno dei suoi più accaniti detrattori. Mario Draghi diventa uno dei sostenitori delle severe sanzioni contro la Russia a Bruxelles. Esorta l’Unione Europea a mettere al bando il petrolio russo, vuole liberarsi al più presto della dipendenza dell’Italia dal gas russo e promette di inviare armi pesanti in Ucraina, contro la volontà dei principali partiti di governo.

Quattro mesi dopo l’invasione, Draghi, accompagnato dal presidente francese Emmanuel Macron e dal cancelliere tedesco Olaf Scholz, si reca a Kiev per promettere al presidente Volodymyr Zelensky il candidato ucraino all’adesione all’UE.

Draghi si reca a Kiev con il presidente Emmanuel Macron e il cancelliere Olaf Scholz. Foto: Ludovic Marin/Pool/AP/ANP

Portato in Italia per evitare una nuova crisi

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Alberto Gabriele

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