Il capo del Mes non teme una nuova crisi del debito

“Non siamo di fronte a una nuova crisi del debito”, ha detto Gramegna a “Welt” (edizione di mercoledì). “Chi annuncia oggi la prossima crisi del debito si sbaglia. Da un lato, il prodotto interno lordo nella maggior parte dei paesi della zona euro è cresciuto fortemente dopo la fine della pandemia e questo sta aiutando ora”, ha affermato Gramegna.

Inoltre, i fondi del programma di ricostruzione dell’UE continueranno ad affluire nei prossimi quattro anni e sosterranno le economie nazionali. “E l’alta inflazione che ci preoccupa altrove riduce automaticamente l’onere del debito. Non voglio sembrare un giullare che sottovaluta i rischi. Ma dal mio punto di vista, gli aspetti positivi superano gli aspetti negativi a breve termine”, ha affermato Gramegna. Il 1° dicembre ha assunto la direzione del Meccanismo europeo di stabilità MES. Il politico lussemburghese vede l’aumento dei tassi di interesse come un problema gestibile. “Per il debito che i paesi si sono assunti negli ultimi anni, stanno pagando tassi di interesse molto bassi che stanno aumentando solo lentamente”, ha detto Gramegna. “Guarda l’Italia. L’onere degli interessi è molto più basso oggi rispetto a dieci anni fa. Non dobbiamo preoccuparci dell’Italia in questo momento. è uno. L’altro è che abbiamo gli strumenti di cui abbiamo bisogno quando serve.

Gramegna ha invitato l’Italia a ratificare il Trattato di riforma dell’Euro Shield del MES. La camera bassa del parlamento italiano sta attualmente bloccando la ratifica. “L’Italia deve fare la sua parte per preparare l’Europa alla prossima crisi finanziaria”, ha detto Gramegna.

“Ma presumo che l’Italia, che ha negoziato la riforma, adempirà al suo obbligo e la ratificherà”. C’è bisogno di una spiegazione in Italia, anche perché lì la riforma del Mes è molto controversa. “Sono pienamente disponibile a parlare di riforma”, ha detto Gramegna. Tra le altre cose, la riforma darebbe al MES un ruolo più importante nei futuri salvataggi bancari.

La Germania ha appena ratificato la riforma dopo che la Corte costituzionale federale ha recentemente dichiarato la riforma compatibile con la Legge fondamentale.

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Alberto Gabriele

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