Fendi continua a investire nella filiera del Made in Italy. A soli due anni dall’apertura della sede, il brand ha inaugurato una pelletteria a Bagno a Ripoli (Firenze), in località Capannuccia, frutto del restauro dei locali dell’ex forno Brunelleschi. Una superficie di 30 milioni di metri quadrati su 8 ettari di terreno è stata riproposta dalla maison di moda e lusso, di cui 13.000 coperti e 3.500 per pannelli fotovoltaici. Un investimento di 50 milioni di euro, il più alto mai realizzato in Italia dal colosso francese LVMH, proprietario di Fendi dal 2001.
Il sistema è molto rispettoso dell’ambiente: oltre all’energia garantita dai pannelli solari, il concept del progetto è stato originariamente ideato dallo studio di architettura di Milano Piuarca poi dal dipartimento di architettura interna di Fendi, prevede che i laboratori, gli uffici ei reparti prodotto, modellismo, prototipi e servizi vari siano separati da grandi vetrate e si affaccino su patii, ciascuno dedicato a una diversa pianta mediterranea. L’edificio ha un giardino pensile e si affaccia su filari di cipressi e 700 ulivi (che garantiscono più di 900 litri di olio all’anno), tutti piantati dall’azienda, che ha anche dotato la fabbrica Fendi di un parco per i giochi pubblici. Al suo interno si trova anche un centro di formazione per artigiani del cuoio.
Finora, Fendi si è affidata alla sede di Ponte a Ema (dove secondo fonti di stampa locali avrà sede per i prossimi anni). Givenchy), le cui superfici non soddisfacevano più i requisiti del marchio. Solo dal precedente stabilimento di Ponte a Ema sono giunti a Bagno a Ripoli 370 operai, affiancati da 30 nuovi assunti già assunti. Questi 400 dipendenti diventeranno 700 grazie ai 300 nuovi assunti che Fendi prevede di assumere in 3 anni. Fendi e Givenchy confermano che il distretto fiorentino, e la Toscana in generale, è un polo produttivo imprescindibile per il mondo della pelletteria, insieme ad altri brand internazionali della moda e del lusso che producono nella regione, come: Balenciaga a Cerreto Guidi, Céline a San Polo e presto anche Saint Laurent nell’ex Palazzaccio di Scandicci, riporta l’edizione online fiorentina di La Repubblica.
La casa di moda romana, che fa parte della divisione Fashion & Leather Goods di LVMH, ha anche annunciato di aver acquisito una quota di maggioranza all’inizio di questo mese. a partire dal Maglia Matisse da Sant’Egidio alla Vibrata, in provincia di Teramo, con cui collabora da 15 anni per la maglieria, poco distante dal nuovo polo calzaturiero Fendi di Fermo. Pole, dove il 5 ottobre, in maniera molto più discreta, si è svolta anche l’inaugurazione di un nuovo calzaturificio Fendi. In questo caso, LVMH ha investito 12 milioni di euro per trasferire le attività dalla sua ex sede di Porto San Giorgio a questo nuovo stabilimento. Lo stabilimento di Fermo, dotato anche di pannelli solari, si estende su una superficie di oltre 7.000 mq e comprende vari laboratori di produzione, uffici e magazzini. A pieno regime dovrebbe dare lavoro a 300 persone contro le 120 che lavoravano a Porto San Giorgio.
Così, le regioni italiane in cui Fendi valorizza la tradizione manifatturiera locale diventano tre regioni che assicurano importanti sinergie e tutela della filiera in centri produttivi di grande know-how e tradizione: la Toscana per la pelletteria, i marchi per le scarpe e l’Abruzzo per la maglieria.
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