EPresidente della Commissione U Ursula von der Leyen ha suscitato pesanti critiche con commenti sulle elezioni parlamentari italiane del 25 settembre. In Italia, i partiti di destra in particolare, ma anche le forze del centro politico, hanno respinto le dichiarazioni del presidente della Commissione, che hanno percepito come un’ingerenza nelle elezioni.
A un evento presso l’università privata di Princeton, nel New Jersey, venerdì Von der Leyen ha risposto a una domanda degli studenti su una possibile vittoria elettorale per l’alleanza legale in Italia preoccupazione: “Se le cose vanno in una direzione difficile – parlavo di Ungheria e Polonia – allora abbiamo gli strumenti”.
Bruxelles è da anni in lite con i due Stati membri dell’UE per violazioni dello stato di diritto. Più recentemente, la Commissione ha proposto di vietare l’Ungheria a causa della mancanza di progressi nella lotta contro la corruzione Tagliare 7,5 miliardi di euro di finanziamenti Ue. Il portavoce della Commissione Eric Mamer ha cercato di appianare le cose venerdì sera e ha respinto l’accusa di interferenza.
“È assolutamente chiaro che il presidente non ha interferito nelle elezioni italiane”, ha detto Mamer ai giornalisti a Bruxelles. La Von der Leyen si è accontentata di richiamare il ruolo della Commissione quale custode dei Trattati, in particolare per quanto riguarda lo stato di diritto.
Il Presidente della Commissione ha inoltre espressamente affermato che l’art Commissione europea “lavorerà con qualsiasi governo che emergerà dalle elezioni e che, a sua volta, vorrà lavorare con la Commissione europea”.
Salvini: “Vergognosa arroganza”
Già allora i media italiani parlavano di un “terremoto politico” provocato da von der Leyen alla vigilia delle elezioni. L’ex ministro dell’Interno e leader del partito populista di destra Lega, Matteo Salviniin un colloquio con il quotidiano “Corriere della Sera” di sabato, ha chiesto “le scuse o le dimissioni” del presidente della Commissione.
Salvini ha scritto in precedenza su Twitter: “Cosa dovrebbe essere, una minaccia?” Ha accusato von der Leyen di “vergognosa arroganza” e gli ha chiesto di rispettare la “scelta libera e democratica del popolo italiano”.
Anche l’ex commissario europeo e vice capogruppo della Democrazia Cristiana Forza Italia, Antonio Tajani, ha denunciato le “ingerenze” di von der Leyen. “Spetta alla Commissione garantire il rispetto dei trattati Ue, ma non delle elezioni nei paesi democratici dell’Ue”, ha detto Tajani a Rai Tv.
Tajani ha accolto con favore i chiarimenti del portavoce della Commissione Mamer in merito. Come la Cdu, Forza Italia appartiene alla famiglia democristiana del Partito popolare europeo.
Ex Presidente del Consiglio dei Ministri e co-fondatore dell’alleanza del partito liberale Azione, Matteo Renzivon der Leyen ha avvertito “di non interferire in alcun modo negli affari dell’Italia” e ha proseguito: “Anche se vince la destra, l’Europa deve rispettare il risultato elettorale”.
Letta è riluttante a commentare le dichiarazioni di von der Leyen
Giorgia Meloni, leader del partito post-fascista Fratellanza italiana e favorita per succedere a Mario Draghi come primo ministro, ha invitato von der Leyen a mostrare moderazione in termini moderati: “Una cosa sono i partiti politici, il parlamento, il ruolo di politico di partito , un altro Il problema sono i commissari, che sono un po’ come i ministri dell’intera Commissione europea. Consiglierei quindi loro di esercitare cautela in termini di credibilità come commissari e come Commissione europea nel suo insieme”.
Il leader del Partito socialdemocratico era ancora più riservato Enrico Letta alle dichiarazioni di von der Leyen. Letta si è detto convinto che il capo della Commissione europea “farà sicuramente chiarezza sulle affermazioni che hanno dato adito a fraintendimenti”.
I media italiani hanno commentato che von der Leyen ha confermato la narrazione dei partiti di destra italiani secondo cui la Commissione europea non interviene contro paesi come Ungheria e Polonia per aver violato lo stato di diritto, ma piuttosto a causa dell’orientamento politico dei governi di Budapest e Varsavia e potrebbe presto dispiacere a Roma.