Come Safran è riuscito a convincere l’Italia a togliere il veto all’acquisizione di Microtecnica

La tenacia alla fine ha dato i suoi frutti. Dopo mesi di discussioni, il Gruppo Safran è riuscito a convincere le autorità italiane a togliere il veto all’acquisizione di Microtecnica, azienda torinese che fornisce tecnologie sensibili agli eserciti del Paese.

L’azienda sviluppa e fornisce elementi critici (controlli di volo, valvole motore, sistemi di gestione dell’aria, ecc.) per velivoli ed elicotteri dell’Esercito Italiano. “Safran è stata informata della decisione del governo italiano di dare l’approvazione definitiva alla vendita di Microtecnica a Safran”, dà il benvenuto al Gruppo Safran in un comunicato stampa pubblicato il 6 giugno.

L’acquisizione di Microtecnica si inserisce nella più ampia acquisizione da parte di Safran delle attività di controllo di volo e attuazione del gruppo americano Collins Aerospace, a sua volta proprietario di Microtecnica. Questa operazione, originariamente annunciata nel luglio 2023, ammonta a 1,8 miliardi di dollari. Ma nel novembre 2023 il governo di Giorgia Meloni ha posto il veto a questa operazione, ritenendo che un eventuale fallimento industriale da parte di un possibile acquirente potesse comportarla “danno grave e irreparabile ad interessi essenziali” la sua difesa e la sicurezza nazionale.

Via libera alle autorità britanniche

Una doccia fredda per Safran, che ha ritenuto strategica questa operazione. Questa attività di Collins, divisione del colosso RTX (ex Raytheon Technologies), che riunisce 3.700 dipendenti in otto sedi, consente all’industriale francese di posizionarsi in un segmento in cui attualmente non è presente. Gli asset italiani rappresentano il 15% del fatturato totale dell’acquisizione.

Come spiegare allora il cambiamento di opinione di Roma? Il produttore di motori aeronautici afferma di aver assunto una serie di impegni che rispondono alle preoccupazioni sollevate dalle autorità italiane e forniscono garanzie per gli interessi nazionali del Paese. L’amministratore delegato di Safran Olivier Andriès ha incontrato il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto sulla questione a gennaio.

L’industriale ha poi fornito garanzie di occupazione, di mantenimento dei siti e di volontà di continuare ad investire nella tecnologia di questi asset in Italia. Il gruppo, per difendere al meglio i propri interessi, ha presentato ricorso anche ai tribunali italiani. Inoltre, Safran precisa che il Regno Unito non si opporrà all’acquisizione degli attivi britannici interessati dall’acquisizione dell’attività Collins. “(….) il Segretario di Stato ha esaminato la notifica effettuata ai sensi del National Security and Investment Act e ha informato Safran che non intraprenderà alcuna ulteriore azione in relazione a questa proposta di acquisizione; che costituisce approvazione incondizionata”., si precisa ulteriormente nel comunicato stampa del gruppo.

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Alberto Gabriele

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