La grande transizione green di Barilla

Pubblicato il 12 dicembre 2018 alle 7:07

Il blu scuro è il colore del marchio Barilla. Ma il verde gli starebbe meglio. L'azienda ha fatto della sensibilità verso i temi dell'ecologia, dello sviluppo sostenibile e dell'ambiente un marchio di fabbrica. «Abbiamo già riformulato 400 dei nostri prodotti riducendone il contenuto di sale e di zucchero», si è recentemente vantato Paolo Barilla, vicepresidente del gruppo familiare, elogiando il lavoro della Fondazione Barilla nella lotta all'obesità e nella promozione di un'alimentazione sana.

È stata lanciata una gamma di pasta e biscotti biologici e senza glutine con meno zuccheri e più fibre. Negli ultimi anni questo approccio ecologico è stato trasferito anche alla produzione. Dal 2010, l’acquisto di grano sostenibile per la pasta è aumentato del 50%, il consumo di acqua è stato ridotto del 19% e le emissioni di gas serra sono state ridotte del 23% per tonnellata di prodotto. La percentuale di materie prime prodotte e trasportate in modo sostenibile è triplicata, passando dal 6 a quasi il 20%. Tutti i pomodori utilizzati nei sughi made in Italy vengono raccolti nella penisola.

L’“economia verde”

Controlli di qualità più severi, che si riflettono in un maggiore sostegno ai fornitori transalpini. Previsto quindi un investimento da 62 milioni di euro a favore delle 65.000 aziende agricole italiane con le quali la multinazionale parmense ha siglato un accordo per il biennio 2017-2019. Ciò ha consentito la consegna di 900.000 tonnellate di grano duro Auréo di alta qualità. “Questa strategia focalizzata sulla green economy è fondamentale per competere a livello internazionale”, spiega Luca Pirolo, specialista nel settore agroalimentare dell’Università Luiss Guido Carli di Roma. “Anche il livello di conoscenza e le aspettative del consumatore medio sono aumentati in modo significativo. »

Costruire un modello “sostenibile e competitivo”.

La transizione green di Barilla nasce dalla volontà di costruire un modello di business “sostenibile e competitivo”. Per il gruppo familiare le questioni legate allo sviluppo sostenibile sono sempre più viste come fattori di successo economico e industriale. Non sono più solo una vetrina pubblicitaria.

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Alberto Gabriele

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