‘Il Sorpasso’, il magistrale omaggio italiano al giorno più pigro dell’anno

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Trintignant, sconfitto anche lui dal cancro, ha annunciato il suo addio agli schermi a quasi 87 anni. Per la cronaca, la sua ultima opera resta un film dal titolo sintomatico: Lieto fine, firmata da Michael Haneke. Resta nella storia anche la sua indimenticabile scappatella con Gassman 50 anni prima, dove la sua bellezza pietrosa e ieratica, l’intensità della sua prestazione misurata, contrastavano con un Gassman fuggitivo e insopportabile, che colpiva il ridicolo clacson della sua Lancia come un incrociatore italiano in viaggio . .di tutto tranne uno lieto fine.

Questo ragazzo si permette di disprezzare la poesia e di addormentarsi con i film di Antonioni, portando in macchina una foto di Brigitte Bardot, un omaggio allo stesso Trintignant, che aveva cominciato a farsi un nome nel circuito cinematografico sotto gli ordini di Roger Vadim, marito della musa francese, in E Dio creò la donna.

Il rapporto speciale che Trintignant instaura con la sua compagna oscilla tra ammirazione, invidia e perfino gelosia (manifestata quando, durante una visita agli zii, il birichino Gassman si mette in tasca la famiglia e diventa il centro dell’attenzione dell’incontro).

Il Sorpasso Est L’Italia degli anni ’60, quello del Cynard e dei sigari toscani, degli scooter e delle giravolte e delle scappatelle oltre confine fino a Saint Tropez al ritmo di Peppino di Capri. Quella di internazionale Milano di Luis Suarez e Sandro Mazzola. Quello che rimane eterno nelle canzoni che Juan de Pablos programma nelle sue Fiore della passionequello di Roma che “chiude per ferie” ogni volta che arriva il giorno 15 dell’ottavo mese solare.

Risi, Scola e un altro collaboratore fisso dei due grandi sceneggiatori italiani come Ruggero Maccari, delineano perfettamente questo percorso iniziatico di Roberto/Trintignant. Bruno/Gassman Carpe Diem un passo che nasconde a amarezza insopportabile.

Il Sorpasso funziona tanto quanto film di strada usato come brillante esercizio di viaggio interiore e mantiene una relazione strana e poco conosciuta in un film tanto sottovalutato quanto Il ponte (Juan Antonio Bardem, 1977). Che questo film non abbia raggiunto lo status di culto che merita si spiega solo con l’incapacità del cinema spagnolo (estendibile al resto della nostra cultura) di sapersi vendere. Ma questa è un’altra storia, e altre strade… anche se sotto lo stesso sole.

Il sole estivo, agosto, Ferragosto e l’insaziabile “Niki prude”. Sperimentare questo dura due giorni.

Alberto Gabriele

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