Il supervulcano di Napoli sta eruttando più velocemente del previsto?

Un supervulcano giace dormiente nel sottosuolo di Napoli, in Italia e nella regione circostante, ma sembra che si stia lentamente risvegliando dal suo sonno. Numerosi terremoti, grandi e piccoli, mettono in allerta politici e scienziati. Si dice che il vulcano sia sempre più soggetto a eruzioni Annuncio dell’University College di Londra.

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Il protocollo segreto solleva preoccupazioni

Le indagini hanno dimostrato che alcune parti del vulcano erano talmente tese da rischiare la rottura. “Il nostro nuovo studio conferma che i Campi Flegrei si stanno avvicinando alla rottura”, afferma l’autore principale Christopher Kilburn. Tuttavia, ciò non garantisce un’eruzione, aggiunge: “La rottura può aprire una crepa nella crosta, ma il magma deve ancora salire nel posto giusto affinché avvenga un’eruzione”.

Presso l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia viene osservato e analizzato ogni movimento nell’area del supervulcano.

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Ora è emerso un protocollo segreto, riportato per la prima volta dal quotidiano italiano “Posta dal Mezzogiorno” segnalato. Attualmente si presume che il magma stia attualmente bollendo a una profondità di sette-otto chilometri e sia una delle cause dei numerosi terremoti a sciame. Tuttavia, il giornale afferma che si è innalzato verso un altro bacino profondo solo quattro chilometri.

L’ipotesi merita di essere esaminata più in dettaglio

I ricercatori hanno concluso ciò basandosi sulle deformazioni del terreno misurate da un satellite. La pressione non proviene solo dall’acqua calda, ma anche da una fonte di magma precedentemente sconosciuta. Ciò sarebbe indicato anche dai gas che salgono dalle sorgenti termali del cratere vulcanico della Solfatara.

Ma dipendenti dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia in Italia sottolineano che si tratta per ora solo di un’ipotesi. Questo è quello che dice in uno Avviso del Comune di Monte di Procida nell’area metropolitana di Napoli. Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare o confutare l’ipotesi.

Il livello di allerta dovrebbe essere aumentato

Secondo il geofisico Giovanni Macedonio non è facile verificare se ad una profondità compresa tra quattro e otto chilometri risale solo vapore o magma. Attualmente è in corso uno studio per scoprirlo. Su un punto gli esperti concordano: non è da escludere una risalita più rapida del magma verso la superficie.

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Gli eletti locali sono allarmati. Ovviamente i verbali non erano destinati al pubblico. Josi Della Ragione, sindaco di Bacoli, ha dichiarato: “Siamo tristi e irritati nell’apprendere dalla stampa il contenuto di un documento che a Roma si sono rifiutati di consegnarci. Adesso vogliamo delle spiegazioni. » I responsabili dell’indagine nel protocollo raccomandano di rafforzare le misure di protezione e monitoraggio dei processi e di aumentare il livello di allerta per la popolazione.

Il governo italiano vuole prepararsi all’emergenza

Il governo italiano ha già pubblicato un decreto sui Campi Flegrei, riferisce tra l’altro la rivista italiana “Nuova Agenzia”. Il decreto prevede, tra l’altro, un’indagine sulla vulnerabilità degli edifici privati ​​ai terremoti. Le attività sismiche devono essere attentamente monitorate e devono essere elaborati piani di evacuazione, poiché nell’area metropolitana di Napoli vivono più di quattro milioni di persone.

Sebbene esistano già piani per una possibile evacuazione, questi sono obsoleti. Inoltre, sono necessari piani di emergenza per gli ospedali in caso di eruzione. L’ultima eruzione avvenne circa 500 anni fa, ma non fu così devastante come quella avvenuta circa 4.100 anni fa.

Le conseguenze di un’epidemia sarebbero devastanti

Una simulazione effettuata dall’INGV nel 2011 mostra come avrebbe potuto essere e come sarebbe oggi: il risultato è spaventoso: in pochi minuti la lava si diffonderebbe su tutta la regione e Napoli sarebbe ricoperta di magma.

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I Campi Flegrei si trovano nell’Italia meridionale, a circa 20 chilometri a ovest del Vesuvio. Sono classificati come supervulcani e coprono un’area di circa 150 chilometri quadrati.

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Giornalista di viaggio

Alberto Gabriele

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