È stato lanciato a Roma il rapporto “Città Parallele”, che rileva le crescenti disuguaglianze tra i comuni più grandi e quelli periferici d’Italia. Aumentano le richieste di sostegno da parte dei centri diocesani. Il cardinale Angelo De Donatis: “In città dilaga la solitudine. » Esistono tendenze dominanti di crescita della povertà a livello nazionale.
Nonostante la crescita economica di Roma, la povertà resta palpabile: mancanza di reddito, isolamento, solitudine, privazioni, sfiducia. A livello italiano, Roma è la terza città per reddito, dietro Milano e Bologna. Tuttavia, nel 2022 Caritas centri, parrocchie e servizi diocesani hanno registrato la maggiore affluenza: oltre 25mila persone hanno chiesto aiuto. È positivo Caritas Nel rapporto Roma Città Parallele.
Roma è caratterizzata da varie forme di disuguaglianza: i quartieri centrali se la passano decisamente meglio delle periferie, le generazioni più anziane hanno redditi più alti di quelle più giovani; gli stranieri hanno un reddito molto più basso degli italiani. Caritas i centri, i servizi parrocchiali e diocesani gestiscono 11.800 programmi di assistenza.
nel 2024 le informazioni e i dati presentati nel rapporto presentano una testimonianza notevole e silenziosa di ascolto e di rapporto umano con chi ha meno. È un’esperienza di ascolto vissuta soprattutto dai volontari che operano nelle comunità parrocchiali della Chiesa romana e nei servizi che si prendono cura delle persone più vulnerabili. Tante splendide persone che percorrono le strade della solidarietà e dell’amore caritativo.
Presentando il messaggio nella Sala del Vicariato di Roma, il cardinale vicario Angelo De Donatis ha sottolineato che il documento riflette al meglio la situazione di coloro che non hanno voce, che non vengono ascoltati. “Attraverso le parrocchie di Roma Caritas centri, scopriamo che ci sono migliaia di persone sole che vivono in città, e questo numero è in costante aumento. C’è chi non ha mai avuto un reddito regolare, che non può beneficiare dei servizi sanitari pubblici, anche se ne ha diritto, e molti non hanno un reddito sufficiente per sopravvivere fino alla fine del mese” spiega il cardinale. Ricorda la grande mobilitazione di volontari nel 2022 per aiutare i profughi ucraini, un aspetto di solidarietà che accomuna tutta la città.In conclusione, il cardinale ha ricordato che ce n’è più di uno, un segno di speranza, sapendo che tutti possiamo contribuire alla pace che tutti noi desiderio (DŽ/Vatican News)