L’autorità antitrust italiana ha chiesto ai governi locali di Roma, Milano e Napoli di rilasciare più licenze di taxi e introdurre nuove regole dopo aver scoperto che non c’erano abbastanza taxi nelle città, ha detto venerdì l’autorità di regolamentazione.
Le più grandi città italiane si trovano ad affrontare una carenza di taxi, con potenti lobby dei taxi che si oppongono agli sforzi municipali di rilasciare più licenze e limitare l’impatto dei concorrenti online come Uber.
Il problema ha causato grattacapi ai residenti e ai turisti nelle principali città e ha sollevato dubbi sulla capacità dell’Italia di accogliere il crescente afflusso di turisti previsto nei prossimi anni.
L’Autorità ha invitato le tre principali città ad aumentare il numero di permessi oltre l’aumento del 20% previsto per le grandi città in un recente decreto nazionale che disciplina la questione, e ad assegnare rapidamente i permessi attraverso bandi pubblici.
Ha inoltre invitato Roma, Milano e Napoli a introdurre servizi di taxi condivisi, la possibilità per due autisti di utilizzare la stessa patente e servizi più flessibili per i taxi per migliorare la qualità del servizio.
L’autorità di regolamentazione ha affermato di aver preso la decisione dopo aver analizzato i dati e le informazioni fornite dai governi locali, da cui è emerso che “il numero di licenze attive è in gran parte e strutturalmente insufficiente rispetto alla domanda di servizi di taxi.
“Questa situazione ha portato ad un numero molto elevato di richieste insoddisfatte e a tempi di attesa eccessivamente lunghi per ottenere i servizi”, ha aggiunto l’autorità garante della concorrenza.
Roma ha poco meno di 8.000 taxi, ovvero meno di tre ogni mille abitanti, Milano ha poco meno di 4.900 taxi, ovvero 3,5 ogni mille abitanti, mentre Napoli ha poco più di 2.300 tassisti attivi.
Al contrario, secondo i dati del 2020, Londra ha circa 19.000 taxi, mentre Parigi ne ha 18.500 (relazione di Giulia Segreti, a cura di Keith Weir)