Preoccupazione in Italia: il più grande supervulcano d’Europa sta bollendo

In Italia un supervulcano minaccia di eruttare. Tuttavia, esploderebbe virtualmente.

I “Campi Flegrei” (italiano: Campi Flegrei o “campi ardenti”) sono una regione dell’Italia meridionale. A prima vista sembra discreto, ma sotto la superficie della terra la situazione è in subbuglio perché lì c’è una forte attività vulcanica. Sotto si nasconde un enorme vulcano: un supervulcano. Ed è proprio questo vulcano a preoccupare i ricercatori, perché la crosta terrestre sopra il gigante vulcanico si sta sempre più indebolendo.

Cos’è un “supervulcano”

Un “supervulcano” è caratterizzato da una camera magmatica particolarmente grande e quindi non erutterebbe, come fanno gli altri vulcani, ma esploderebbe.

Ciò che rimarrebbe non sarebbe una montagna vulcanica a forma di cono, bensì un enorme cratere (caldera), spiega l’agenzia di stampa tedesca (dpa).

Un’epidemia è realistica?

Questo pericolo ora ovviamente esiste anche con i “campi di tiro”, secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’”University College London” (UCL) e dell’”Istituto Nazionale Italiano di Geofisica e Vulcanologia” (INGV).

L’ultima eruzione del vulcano risale al 1538, quindi “una nuova eruzione dopo quasi 500 anni è una possibilità realistica”, scrivono gli scienziati sulla rivista Nature.

Secondo i ricercatori, la “Caldera dei Campi Flegrei” sta attualmente attraversando una transizione da una fase “elastica” a una “anelastica”. Sono stati rilevati movimenti in profondità, il che indicherebbe un aumento del gas.

Negli ultimi 70 anni si sono verificati decine di migliaia di piccoli terremoti: solo nel maggio di quest’anno se ne sono verificati 661, secondo i dati INGV.

Inoltre, le “fumarole” (sfiati di vapore vulcanico) e le sorgenti termali indicano l’esistenza di un seminterrato bollente. I vulcanologi hanno scoperto che la superficie terrestre nei campi è più fragile e più suscettibile alle crepe.

Ma la normalizzazione è ancora possibile

Tuttavia è anche possibile che “l’attività dei Campi Flegrei si stabilizzi nuovamente – o addirittura si calmi completamente”, scrive la dpa. È anche possibile un “eruzione cutanea interrotta”.

Può darsi che il magma raggiunga a malapena, se non del tutto, la superficie terrestre. “Al momento non abbiamo segnali di risalita di magma”, ha detto Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio INGV di Napoli, citato dalla Dpa. Tuttavia Di Vito non ha partecipato allo studio.

Impatto dell’epidemia

Con un diametro di circa 12-15 km, la “Caldera dei Campi Flegrei” è la più grande caldera attiva d’Europa. Circa un terzo del vulcano si trova parzialmente sotto la baia di Pozzuoli. Tuttavia, nei restanti due terzi vivono 360.000 persone.

In caso di eruzione, come avvenne 40.000 e 15.000 anni fa, verrebbero rilasciate nell’atmosfera enormi quantità di cenere che potrebbero avere un impatto considerevole sul clima regionale e globale.

Per oltre 80.000 anni, i campi sono stati caratterizzati come una zona vulcanica attiva con più centri vulcanici. Sarebbe anche vicino ad un altro vulcano: il Monte Vesuvio.

Alberto Gabriele

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *