Le celebrità del cinema hanno storie interessanti quanto i film in cui hanno recitato, quindi se dovessero scrivere un libro, avrebbero capitoli sia felici che difficili. In caso di Maria Grazia Cucinottasi tratterà di uno di quegli episodi difficili quando la mafia voleva rapirlamentre racconta quello che ha fatto dopo per continuare il suo vita.
È nata il 27 luglio 1968 a Messina, in Italia, e ha suscitato scalpore nel mondo del cinema quando è emersa a metà degli anni ’90, poiché la sua straordinaria figura naturale incantava le telecamere e riportava alla mente le grandi bellezze del settore. . paese natale, al punto da chiamarla “la nuova Sophia Loren”.
Ha alternato lavori in Europa e Hollywood, apparendo in innumerevoli film e guadagnandosi un nome che tutte le produzioni volevano avere nel cast, così come la sua figura nei negativi. E lo ha fatto senza mostrare troppo, visto che stando a quanto dichiarato: “Voglio toccare le persone per quello che sono, per il mio viso, per il mio carisma, e non per il mio corpo. Non devo essere nuda per essere sexy.”
Con tutti i film che ha realizzato è diventato una figura preziosissima per la cultura del suo Paese, o almeno questo è quello che pensavano le persone sbagliate, dato che nel 2007 lo scoprì in televisione che si è rivelato essere un obiettivo di rapimento per una mafia italiana.
Si scopre che la polizia di questo paese stava ascoltando un gruppo criminale organizzato quando una delle persone con il telefono “sotto controllo” ha esclamato offrendosi di “organizzare il rapimento di una persona importante”. Alcuni politici, come i senatori Ragno o Ricevuto. O magari potremmo rapire Maria Grazia Cucinotta… Guadagneremo un sacco di soldi”. Lo ha scoperto dalle informazioni perché le forze dell’ordine non gliel’hanno mai detto.
A parte questo incidente, Sposato Ha continuato a lavorare come attrice, oltre a dirigere e produrre diversi film, riducendo drasticamente le sue apparizioni televisive. Ciò però non ha influito sulla sua altra attività, la solidarietà.
“Il problema è che quando compiono 16 anni e nessuno li vuole adottare, vengono rinchiusi in un ospedale psichiatrico. Così abbiamo comprato una casa dove insegniamo loro ad essere più indipendenti e a svolgere compiti diversi”, ha detto del suo orfanotrofio per adolescenti senza casa in Bielorussia e lavora anche in un ospedale per bambini sieropositivi in Botswana. .
“Penso che sia il modo migliore di trascorrere il mio tempo. Se fossi fortunato come me, dovresti provare a fare qualcosa per gli altri”, ha esclamato. cucinottache senza dubbio difese i suoi principi e, raccogliendo ciò che era stato seminato in quasi un decennio, lo usò per aiutare gli altri per altri due decenni.