Il problema con l’Italia era lui stesso

UNQuando Silvio Berlusconi morì il 12 giugno, Carla Bruni trovò parole amichevoli per lo storico capo del governo italiano. Anche se lei non ha mai votato per lui, assicura l’italiana d’origine, perché le sue convinzioni politiche e quelle di Berlusconi erano “completamente contrarie”. “Ma l’ho sempre ammirato come un grande imprenditore che ha dato lavoro a migliaia di persone”, ha scritto Bruni. E ha detto che quando ha conosciuto suo marito Nicolas Sarkozy, ha trovato Berlusconi “divertente, affabile e simpatico”.

Mattia Rub

Corrispondente politico per Italia, Vaticano, Albania e Malta con sede a Roma.

L’incontro a cui fa riferimento Carla Bruni avrebbe avuto luogo poche settimane prima del memorabile vertice del G20 di inizio novembre 2011, durante il quale il presidente francese e la cancelliera tedesca avrebbero segnato il destino del primo ministro italiano. Per sempre: le dimissioni di Berlusconi dalla carica di “Presidente del Consiglio dei Ministri”, il 12 novembre 2011, sono state le quarte – e le ultime. A differenza delle precedenti dimissioni, i tentativi di ritorno di Berlusconi sono falliti.

“Crudele ma necessario”

Nelle sue memorie “Le Temps des Combats”, Sarkozy, oggi 68enne, ha fornito un resoconto dettagliato degli eventi del vertice del G20 del 3 e 4 novembre 2011 a Cannes. Per quanto si sa dai brani precedentemente pubblicati di quest’opera di circa 560 pagine, le memorie di Sarkozy sono di gran lunga le migliori rispetto a quelle di altri leader politici: egli si sente sempre intellettualmente e moralmente superiore a tutti i suoi contemporanei interessati.

Sarkozy aveva e ha un’opinione particolarmente negativa di Silvio Berlusconi. Nelle sue memorie, Sarkozy conferma che lui e la cancelliera Angela Merkel hanno deciso, nel memorabile vertice di Cannes, di porre fine politicamente a Berlusconi. In un “momento di grande tensione”, ha chiarito a Berlusconi che “il problema con l’Italia era lui stesso”, scrive Sarkozy, e prosegue: “Angela ed io eravamo convinti che Berlusconi fosse diventato il ‘premio di rischio’ dovuto dal Paese al creditore doveva pagare. Sinceramente pensavamo che senza di lui e il suo atteggiamento patetico la situazione sarebbe stata meno disastrosa.” Il resto è storia:

Dopo le ripetute telefonate della Cancelliera Merkel con l’allora presidente italiano Giorgio Napolitano, quest’ultimo di fatto costrinse Berlusconi a dimettersi e poi incaricò l’ex commissario europeo Mario Monti di formare un governo di tecnocrati. Costringere il capo del governo italiano a dimettersi di fronte alla disastrosa situazione di bilancio di Roma e all’aggravarsi della crisi dell’euro è stato “crudele ma necessario”, scrive Sarkozy: “Abbiamo dovuto sacrificare (il primo ministro greco, ndr) Papandreou e Berlusconi, per arginare lo tsunami. I mercati hanno capito che vogliamo che Berlusconi si dimetta.”

In Italia, le memorie di Sarkozy, che certamente rivelano poco di nuovo sul contesto della caduta di Berlusconi, hanno scatenato una tempesta di indignazione – in particolare tra i politici del partito cristiano-democratico Forza Italia, che Berlusconi fondò nel 1993 e guidò fino alla sua morte a giugno.

Tullio Ferrante, sottosegretario di Stato al ministero dei Trasporti, ha affermato che, come tutti i “mezzi leader che soccombono all’oblio”, Sarkozy non ha mai voluto accettare che “un politico italiano del centro resti ricordato come una figura storica”. La lungimiranza di Berlusconi è stata già dimostrata dal suo avvertimento sul caos in Libia dopo il rovesciamento di Gheddafi da parte di Sarkozy nell’ottobre 2011, ha detto Ferrante.

Anche il deputato di Forza Italia Fulvio Martusciello ha sottolineato che Berlusconi ha fatto la storia, mentre Sarkozy è “caduto nel nulla” e ovviamente deve pubblicare libri per “arrivare a fine mese”. Per quanto riguarda i rapporti con la Russia, e in particolare con il presidente Vladimir Putin, Berlusconi e Sarkozy hanno molti punti in comune. Entrambi si sono sempre vantati della loro “amicizia maschile” con Putin.

Alberto Gabriele

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