SSotto la pressione di una mobilitazione di cittadini che chiedono il “libero accesso” alle spiagge, spesso ostacolate dal proliferare di lettini e ombrelloni, le autorità greche hanno recentemente rafforzato i controlli sulle coste del Paese, che nell’alta stagione dei vacanzieri sono sovraffollate . Questo movimento è iniziato a Paros, un’isola delle Cicladi nell’Egeo dove il settore immobiliare è in pieno sviluppo. Ha preso rapidamente slancio, costringendo il governo e le autorità locali a moltiplicare i controlli delle licenze delle società che operano sulle spiagge.
“Sono frequenti le violazioni della legge sullo stabilimento di società in riva al mare, ma quest’estate il problema si è aggravato e grazie al movimento dei cittadini i controlli sono stati inaspriti”, ha confermato Markos Koveos, sindaco, alla stampa Agence France di Paros , contattato telefonicamente. Secondo la legge greca, le società bar sulla spiaggia Almeno il 50% della superficie della spiaggia deve essere libera in prossimità della costa per garantire l’accesso al mare.LEGGI ANCHE Algeria: La guerra civile sulle spiagge
Per spazi pubblici “liberi, accessibili, liberi e puliti”.
Una foto pubblicata sui social mostra il raduno di 250 cittadini su una spiaggia di Paros a fine luglio, con in mano uno striscione con su scritto ” Recuperare la spiaggia “(La riconquista delle spiagge, ndr) è diventata virale. Da allora, secondo gli utenti del social network, sono trapelate sui social numerose foto e video che mostrano spiagge inondate da lettini a “prezzi spesso esorbitanti”.LEGGI ANCHE In Italia la battaglia per le spiagge è aperta
L’hashtag #KinimaPetsetas (il movimento dei teli mare) o #FreeBeaches (spiagge libere) è diventato uno dei trend top su Twitter ed è stato ribattezzato X. “Vogliamo che gli spazi pubblici, come quelli in riva al mare, siano liberi, accessibili, liberi e puliti. Niente di meno”, sintetizza il collettivo Active Citizens on X. Sporadiche mobilitazioni hanno avuto luogo nelle ultime settimane sulle isole vicino a Paros, Mykonos e Naxos, ma anche a Creta (a sud) e nelle località balneari della terraferma da Halkidiki (a nord) alle spiagge dell’Attica, la regione di Atene.
A inizio agosto è intervenuta anche la magistratura: il procuratore della Corte Suprema Georgia Adilini ha invitato i pubblici ministeri di Syros, capitale delle Cicladi, a controllare “l’accesso agli spazi comuni” costituzionalmente protetti come le coste greche.
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