Un gatto dorme tranquillo all’ombra dei resti di una colonna romana. I turisti si appoggiano alla ringhiera per ammirarlo, fischiettando invano sperando di attirare la sua attenzione. Altri gatti si crogiolano negli angoli di questa tranquilla piazza nel cuore di Roma. I piccoli animali selvatici sono i padroni indiscussi di uno dei siti archeologici più interessanti ma anche meno conosciuti della capitale italiana: l’area sacra di Largo Argentina, dove Giulio Cesare fu assassinato 2067 anni fa. Si trova pochi metri sotto il livello cittadino, a due passi dal Pantheon e da Piazza Navona e circondato da strade trafficate da auto, vespe, autobus e tram. Il piccolo sito è aperto al pubblico dal 19 giugno. Lo sviluppo è stato finanziato dalla casa di lusso Bulgari.
I curiosi possono raggiungerlo grazie a una passerella che “permette per la prima volta di intravedere i monumenti antichi”, assicura il Comune di Roma. Una mostra offre anche l’opportunità di mostrare una selezione di oggetti e resti rinvenuti durante gli scavi sotto il regime fascista. Gli appassionati di storia e gli amanti dell’Antica Roma possono ora esaminare i resti di una strada romana, quattro templi e la Curia di Pompeo. Il luogo viene così riqualificato dopo essere stato a lungo trascurato. Alla fine della scorsa primavera, l’unico cartello informativo vicino al sito era illeggibile. Turisti e romani cercavano i tanti gatti che vi abitavano, ignari di guardare il luogo dove era avvenuto uno degli episodi più importanti della storia romana.
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